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Che si cerca

Ma cosa vanno a cercare i cittadini, sui siti web degli Enti pubblici? La grande maggioranza (77%) cerca solo informazioni. Questo è un fatto facilmente spiegabile. Innanzi tutto, perché i siti della P.A. contengono molte più informazioni che reali servizi interattivi, quindi i cittadini si aspettano solo quello che possono realisticamente sperare di trovare. Si tenga presente, inoltre, un elemento molto importante: sul web chiunque può scrivere, e pertanto che esso abbonda di informazioni non affidabili, quando non addirittura ingannevoli; ed è per questo che la P.A., con le sue informazioni “ufficiali”, riscuote il consenso degli utenti, quale componente rassicurante nell’anarchica poliedricità della rete. Nelle preferenze degli internauti seguono poi lo scarico di modulistica (38%) e, ad una certa distanza, il rinvio dei moduli compilati (11%). Questa è quindi, per il momento, la modalità interazione con la rete preferita dagli italiani: reperimento rapido dei moduli, magari con la possibilità di studiarne preventivamente il contenuto, e poi visita allo sportello per accertarsi di persona degli esiti della consegna. Bisogna in ogni caso considerare che i comportamenti degli utenti sono condizionati dalle caratteristiche dell’offerta, quindi tali modalità sono probabilmente destinate a modificarsi coll’evolversi dei servizi di e-Government. Ad un livello interessante è la quota di coloro che sono mossi dalla possibilità di esprimere opinioni (10%). Internet, infatti, a causa della sua immediatezza costituisce oggi il mezzo ideale per inviare messaggi agli amministratori, preferibilmente su tematiche concrete di carattere locale. Minore è la quota dei cittadini che va sui siti pubblici per effettuare forme di transazione, come pagare imposte (6%) o richiedere atti di carattere personale (5%). Anche per interpretare questo dato, bisogna considerare che tali possibilità sono concesse oggi solo ad una minoranza della popolazione, quindi potremo commentare queste modalità di comportamento quando ci sarà effettivamente per tutti la possibilità di scegliere. Molto interessante è l’incrocio di questi ultimi dati con le classi d’età. I più interessati alla possibilità di esprimere opinioni sono, ad esempio, i giovanissimi, con un tasso del 25,5% nella fascia 14-17 anni, a fronte di una media generale del 10%. Potrà dunque Internet veramente fornire alla prossima generazione la chiave per nuove forme di partecipazione? La risposta, probabilmente, la conoscono solo loro.
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